Visioni sull’insolito all’interno del solito: il disvelamento del dolore attraverso il cinema horror
Alex Della Pasqua



Adorno, nella Teoria estetica, scrive che “l’arte è estraneità al mondo” (Einaudi, Torino, 1977). In altre parole, l’opera d’arte non si limita a restituire una realtà data, ma ci induce a confrontarci con ciò che preferiremmo ignorare. In una società in cui il dolore e l’orrore vengono estraniati e nascosti alla nostra vista, ne consegue che un’arte che fa star bene è una contraddizione in termini: l’arte deve sconcertare, disturbare, inquietare, persino saper far male.

Nel talk Scream, Dream, Perform: Horror Perspectives, Specters, and Transformations for a View on Contemporary Theater and Cinema, ospitato il 3 maggio 2025 all’Ex Cinema Astoria nell’ambito di Supernova Rimini, si è esplorato il ruolo dell’horror come dispositivo capace di mostrare – e mettere in crisi – le “zone d’ombra” della nostra epoca. L’horror, nelle sue molteplici forme, si pone quindi come una pratica critica che ci invita a guardare dove normalmente distogliamo lo sguardo: la realtà stessa. 

È infatti lo stesso atto del “vedere” a essere intrinsecamente orrorifico: ogni visione porta con sé il rischio di scoprire ciò che si preferirebbe tenere nascosto. La società contemporanea – quella che Byung-Chul Han chiama “società senza dolore” – si fonda proprio su un meccanismo di rimozione: il dolore viene interpretato come un segno di debolezza, un disturbo da eliminare in nome dell’efficienza e dell’ottimizzazione. Il mondo richiede all’arte e alla vita di essere “instagrammabili”, prodotti all’insegna del “mi piace”, ovvero privi di angoli e spigoli, di conflitti e contraddizioni che potrebbero provocare sofferenza (Han, La società senza dolore, 2021, pp. 7-8). La sofferenza, lungi dall’essere una cifra interpretativa della condizione umana, è diventata un’anomalia da correggere o nascondere.

Il cinema horror si configura allora come uno strumento di resistenza epistemica: non è solo una forma di evasione o di intrattenimento, ma un mezzo per riaprire gli occhi su quella realtà che la cultura palliativa tende a occultare.


foto Margherita Caprilli




Scream Dream Perform

Partecipano all’incontro Lucrezia Ercolani (giornalista professionista al quotidiano “il manifesto”), Daniela Persico (direttrice artistica Bellaria Film Festival), Fulvio Baglivi (autore di Fuori Orario Rai3), Matteo Marelli (critico cinematografico e teatrale) la Direzione artistica di Supernova, e artist* ospiti


Ci sono due tipi di horror.
Gli horror di destra e gli horror di sinistra.
Negli horror di destra il nemico è là fuori,
negli horror di sinistra
è qui, in mezzo a noi, dentro di noi.

Intervista a JOHN CARPENTER


Quest’anno supernova ha deciso di guardare a lavori che indagano la parte oscura del reale, le ombre e gli spettri e, anche, l’horror come luogo dove incontrare ulteriori domande su un presente sempre più fragile e spaventoso, attivando una prospettiva che faccia vibrare questa oscurità nelle sue parti più luminose, abbracciando e ascoltando i fantasmi, lasciando spazio allo strano e all’inquietante, per citare Mark Fisher.

Un incontro per indagare come il linguaggio di un genere codificato riverbera in oggetti artistici, sia cinematografici che teatrali e performativi, tra paure, creature mostruose e sgocciolamenti.