Le classique c’est chic!
ANNA BASTI
foto di Margherita Caprilli

Cinque, sei, sette, otto la Piazza Balla!
Carlotta Simonetti
Mercoledì 17 aprile, ore 16.00, Supernova ha inizio.

In Piazza Cavour va in scena una lezione di danza classica aperta alla città.

Non senza timori, decido di mettermi in gioco e unirmi al cerchio di persone che a poco a poco sta prendendo forma.

La voce di Anna Basti risuona negli amplificatori invitandoci a scaricare le energie attraverso piccoli saltelli e micromovimenti perpendicolari al terreno, in un primo momento di riscaldamento. 

Nella semplicità dei gesti avverto inizialmente una certa soggezione, non ci sono specchi, non siamo in una sala prove, eppure l’idea che l’immagine del mio corpo si rifletta negli sguardi altrui e dei passanti mi mette a disagio.

I secondi, i minuti scanditi dal ritmo della musica passano. Continuando a muovermi e saltellare, progressivamente la mia stessa goffaggine e ingenuità diventa cosa condivisa con e nei corpi degli altri. Mi sento meglio.

La riverenza che ho sempre avuto nei confronti del rigore formale di cui storicamente la danza classica è espressione si dissolve. Siamo corpi inesperti che giocano col movimento.

La musica si ferma, tutti insieme ci spostiamo sotto gli archi della Vecchia Pescheria. Qui i banchi diventano le nostre sbarre.  attraverso una serie di elementi base, veniamo guidati nella realizzazione di una sequenza da ripetersi al ritmo di canzoni pop, da Elvis a Ivreatronic. Alcuni passanti si fermano spinti dalla curiosità, altri invece, decidono di unirsi andando ad accrescere il grande corpo in movimento che si sta formando.

Per il gran finale torniamo al centro della piazza per realizzare, con gli elementi appresi, quello che in gergo tecnico viene definito canone, che permette agli interpreti di coniugare unità e varietà. 

E proprio come degli interpreti profani, sommando le diversità e unicità dei nostri corpi, abbiamo dato vita a un grande organismo che per 90 minuti ha abitato lo spazio pubblico ridefinendone l’identità non più come luogo di passaggio ma come luogo dell’esserci, del mostrarsi, della presa di parola, della denuncia e della libertà di potersi esprimere. 

foto di Margherita Caprilli
foto di Margherita Caprilli
foto di Margherita Caprilli
foto di Margherita Caprilli

Anna Basti Jeté-aime

Siria Renzi

Le Classic c’est chic è il workshop d’apertura di Supernova 2024, frutto del lavoro di Anna Basti, danzatrice e coreografa che si forma tra la scuola di ballo del Teatro dell’Opera di Roma, il Corso di Perfezionamento dell’ATER diretto da Mauro Bigonzetti con cui ha portato in scena l’Uccello di Fuoco di Stravinsky, per poi lavorare a Parigi con regist* e ballerin* internazionali. Questo workshop nello specifico è stato progettato per ripensare gli spazi urbani della città e per portare nelle piazze, le conoscenze tecniche della danza classica che spesso viene vista dall’opinione pubblica come una disciplina elitaria, escludente, “troppo complessa”, cucita su misura sugli stereotipi di corpi magri, giovani e longilinei. 

Anna Basti è stata in grado di rivoluzionare questi concetti e declinarli al tempo presente, un tempo dove le persone hanno il diritto di sperimentare la danza sul proprio corpo e concepirla come uno strumento terapeutico, dove si esce fuori dai radar del grande occhio giudicante e ci si concede momenti collettivi di svago senza per forza avere un obiettivo performativo, un modo per difendersi dal conformismo del sistema che si aspetta da noi una perfezione sempre più irraggiungibile e alienante. “Le Classic C’est Chic” è stato tutt’altro, un meraviglioso invito ad essere gentili con i propri corpi, sperimentare l’armonia dentro i micro e macro-movimenti, svuotare la mente per ritrovare quella giocosità innocente che associamo spesso ai e alle bambine. Il workshop è iniziato in piazza Cavour con un grande cerchio di persone di tutte le età, dopo un breve riscaldamento i partecipanti si sono spostati sotto la vecchia pescheria, un luogo iconico per la città di Rimini che, senza farlo apposta, riserva un’architettura perfetta per svolgere gli esercizi tipici della “sbarra”. Disposti in due file, le persone hanno iniziato a seguire con attenzione le indicazioni di Anna, che con molta disinvoltura e teatralità, ci ha guidato in questo viaggio magico fatto di plié, jeté, prime seconde e terze posizioni di braccia e gambe. 

È stato molto affascinante osservare come questo workshop si sia adattato perfettamente agli imprevisti che spesso riserva la piazza, diventando così una specie di “Res pubblica” dove chiunque poteva unirsi al gruppo, dal ragazzo appena laureato, alla turista pensionata tedesca in vacanza, fino ai bambini più piccoli. La scelta musicale ha insaporito il tutto, suscitando ancora più curiosità nei passanti, un modo per esaltare i contrasti e rompere definitivamente con i vecchi schemi: “techno e port de bras, plié e M¥SS KETA, jeté e musiche tarantine”, regalando un forte senso di libertà e leggerezza per tutta la durata della lezione.
 



 
                                                                                                   @supernova2024