Comment ça, Personne ne ramasse ma langue ?
Ettore Gentili
L’atto di ascoltare della poesia ha qualcosa di squisitamente strano, non vi pare? Eppure la poesia è nata per essere detta, non letta.
Recitavamo poesie alle elementari. Cosa è cambiato ?
Quasi, preferisco ascoltare la poesia in lingue che non comprendo, di cui posso solo ascoltare i suoni. Ancora meglio se qualcuno di questi suoni il mio cervello noioso e abitudinario non ha potuto nemmeno percepirli, solo approssimarli.
Tradurre della poesia. Perchémmai ? Pourquoi faire?
Che tanto non ascolto il senso che dopo aver decifrato il ritmo. Come mi piace il rap persano di cui non capisco niente ! Come mi piace sballonzolare tra le lingue, tra le orecchie.
E invece quando la lingua la parlo mi devo concentrare, trovare il suono giusto tra un cristallizzarsi di suoni
alors j’ai regardé les artistes comme pour les défier : je vous regarde vous, je n’ai pas besoin des sous-titres pour vous comprendre ma in realtà sono io che ho percepito meno che gli altri, perché invece del senso delle parole ho percepito il senso del vostro accento, l’accent propre, des écoles privés, l’accento pieno di nasali, di vocali chiuse
et les codes, du milieu féministe, blanc.
perció ho guardato le artiste in faccia come per sfidarle: vi guardo a voi, non ho mica bisogno dei sottotitoli io, mais de fait, c’est moi qui ai compris le moins, car au lieu d’entendre le sens des mots j’ai perçu les s(e-o)ns de votre accent, l’accento pulito, giusto, quello delle classi sociali che hanno studiato, che possono passare alla televisione
e i codici del femminismo, bianco.
désolé d’être si chiant
scusate se rompo
a vedere la lotta di classe partout
ovunque.
et puis le “vous-et-nous” a été cassé, vous nous avez invité·es à danser
l’invito esteso al noi, il pubblico, a entrare in scena, ed essere “voi” per un instante, a danzare.
je crois que j’ai quand même un faible pour ces instants quasi hors du temps - fin sans repères du temps - qu’on nous offre parfois pendant une rave, un théâtre immersif, un câlin prolongé
mi sa che, al di là di tutto, ho una passioncina diffusa per questi istanti che sembrano non durare, poiché non funzionano con le logiche temporali abitudinarie. Che sia una rave, uno spettacolo immersivo, un abbracio che dura un po’ troppo a lungo.
Personne ne ramasse ma langue
Personne ne ramasse ma langue è un’incantazione a due voci in cui i corpi delle performer, Chloé Bieri e Lisa Tatin, diventano manifesto vivente di una poesia incarnata. Muovendosi tra il pubblico, i corpi e le voci si affermano come spazio di resistenza, spezzando i perimetri prestabiliti e invitando a una profonda riflessione sulle oppressioni sistemiche.
In uno scrigno di luce e video, le loro voci danno vita ai testi poetici di autric*: Lisette Lombé, Laura Vazquez, Stéphanie Vovor, Cécile Coulon, Kae Tempest. I loro corpi diventano matrice in cui si intrecciano le questioni di genere, classe e razza.
Personne ne ramasse ma langue dichiara, attraverso l’incarnazione fisica e vocale, la necessità di analizzare a fondo i modelli, mettere a nudo le oppressioni per reinventare possibilità, interrogando al contempo la condizione di assoggettamento del vivente.
Bio
Schoß Company è una piattaforma di ricerca e sperimentazione sonora e visiva che crea forme ibride tra musica, performance e teatro.
Lisa Tatin (cantante/performer) e Simona Gallo (video light designer) sviluppano una ricerca interdisciplinare che unisce musica, voce, elettronica e performance visiva. La porosità dei linguaggi e la diversità de* artist* coinvolti in ogni creazione sono al centro del progetto.
Nel 2019, la compagnia presenta Myrninerest, il est un œil qui ne dort jamais, per soprano, violoncello, coro e live elettronico, ispirata all’artista di Art Brut Madge Gill. Seguono nel 2021 J’ai plié ma langue, per voce e batteria multipla sulle poesie di Laura Vazquez, e LAB_21, mon corps n’obéit plus, performance che esplora il rapporto tra voce, movimento e live elettronico. Nel 2024, Schoß Company presenta Que perdons-nous à gagner du temps?, un’opera multidisciplinare per due attrici, un percussionista e un dispositivo video, che riflette sulle tensioni tra temporalità, corpo e narrazione.
@supernova2024