Report di Vilma Valloni su Have a safe travel di Eli Mathieu-Bustos
Vilma Valloni
foto Pietro Bertora
Sono un'astrologa e quando redigo un tema natale uso sempre la parola imprinting, cioè il cielo di nascita è simbolicamente la nostra impronta digitale, o forse meglio dire il nostro DNA, che reagisce con le qualità di cui è dotato agli eventi che gli accadono.
In Have a safe travel Eli riesce a trasformare il dolore subito da un sopruso per un atto di razzismo e discriminazione, dell'aggressione fisica ed emotiva e la violenta invasione della sua intimità, solamente per il suo essere la persona che è, attraverso la danza e con l'aiuto degli astri, in una sorta di personale costellazione sistemica archetipica (rif. metodo Bert Hellinger) dove mette in campo la frustrazione, la rabbia, la sofferenza, il senso di impotenza, l'immobilità, ma anche il movimento istintivo animalesco con versi e respiro bloccato affannoso inquieto intenso ma infine profondo terapeutico e liberatorio, trovando nella messa in scena della performance artistica la reazione personale, non potuta avere al tempo della prepotenza inferta, che può ora alleviare, curare corpo e soprattutto anima dall'ingiustizia subita.
Allora diviene estremamente significativa l'impronta del sudore, la sagoma lasciata a terra al termine della purificazione, quando la denuncia è resa pubblica, accomunando tutti gli abusi di potere, e finalmente il respiro di Eli si è fatto più calmo.
foto Vilma Valloni
Pardon?
Emma Cortesi
Succede in fretta: tu sei su un treno, loro salgono, ti guardano, ti fermano.
Il tuo corpo — così com’è — nei loro occhi è sospetto.
Have a safe travel di Eli Mathieu-Bustos racconta di cosa significa essere fermato dalla polizia solo perché esisti. L’artista racconta questo episodio restituendo ciò che la sua memoria fisica ha trattenuto, il fastidio, la paura, l’angoscia, la rabbia: il suo corpo si intravede nel buio, ora lontano ora vicino, accendendo un senso di inquietudine e allerta.
La partitura fisica, che ripercorre l’episodio seguendo una cronologia ormai sfasata (dal ricordo e dal trauma), è una trasposizione muta, una traduzione che rende visibile nel corpo la sua reazione interiore al fermo, alla perquisizione ingiustificata e non consensuale, alle domande aggressive.
Il senso di impotenza frustrato e il desiderio che sorge intenso nel corpo di ribellarsi, si esprimono in gesti liberatori e a tratti mimetici, si scaricano a terra con forza, si urlano fuori dal petto ripetendo gli insistenti - pardon - dei poliziotti.
Ogni elemento di questa coreografia sembra pensato per essere recepito dallo stomaco di chi guarda, il luogo dove si manifesta il terrore.
foto Pietro Bertora
Have a safe travel
È l’8 agosto: Eli Mathieu-Bustos viene fermato dalla polizia su un treno; è la prima volta in cui il colore della sua pelle diventa il pretesto per un abuso di potere. Un episodio all’apparenza ordinario, ma profondamente violento, che ci introduce nei meccanismi di un sistema oppressivo. In questo assolo, il coreografo trasforma la violenza subita in un materiale performativo potente attraverso la tecnica De Caelo. Da lui stesso ideata, questa pratica restituisce centralità all’intelligenza emotiva, al sapere situato e all’improvvisazione intesa come espressione diretta delle emozioni, profondamente connessa alla dimensione psicologica e corporea. Al tempo stesso, si avvale degli strumenti dell’astrologia per esplorare come gli astri possano offrirci una comprensione più profonda del corpo e delle sue predisposizioni, non in chiave deterministica, ma come occasione di scelta, di consapevolezza emotiva e di riappropriazione della propria storia. Sovrapponendo il proprio tema natale a quello dell’evento traumatico vissuto, Mathieu-Bustos trasforma questa mappa simbolica in danza.
Bio
Eli Mathieu-Bustos (1998) è danzatore e performer. Inizia a studiare danza classica all’età di cinque anni per poi proseguire con jazz e breakdance, sperimentando diversi stili. Studia Arti Performative, scoprendo il teatro e il cinema, e prosegue il suo percorso formativo con studi coreografici alla Manufacture di Aurillac e con un Master presso l’Institut Supérieur des Arts et des Chorégraphies (ISAC) della Royal Academy of Fine Arts di Bruxelles. Ha collaborato con artisti e realtà come Marco Torrice, Marco Arriola, l’Opera di Anversa e Milø Slayers. Nel biennio 2021–2022 si è esibito con assoli in numerosi spazi di Bruxelles, in particolare in contesti queer e FUBU.