Produci Consuma Crepa
Vilma Valloni

foto Vilma Valloni


Questo non è uno spettacolo, è un'asta commerciale. 

Lo spazio dell’ex cementificio Unicem Buzzi è invaso da calcinacci e mattoni, che delineano i confini di un luogo in rovina. Una scena che nella sua desolazione richiama alla mente le immagini brutali della guerra in Palestina e in Ucraina.
No, non c'è un luogo sicuro, né nella radura con gli alberi incombenti sotto la luna, né negli ospedali o nelle scuole, né alcun giubbotto di salvataggio basterà a proteggere dal naufragio la creatura. 
Che ogni creatura è sì un popolo, ma siamo chi siamo perché siamo eredi del lascito della memoria; se il ricordo però della paura, delle ferite, del dolore dell'affronto subito viene, come viene, incanalato nella vendetta, allora non c'è trasformazione, educazione, catarsi; così siamo tutti tossici, a costruire torri non edificanti come quei mattoni crollati, diveniamo tutti colpevoli in quanto portatori insani di colpa incancrenita, contaminati e contaminanti.
Non ci può essere futuro sano senza memoria che trapassi feralmente; il Grande Cocomero è un'utopia, l'aspettativa non realizzata, anche la delusione della tradizione che diventa fanatismo; le idee, le diversità, i frutti che potrebbero dare sollievo alle arsure, alle chiusure vengono distrutti e lasciati lì esposti a marcire come corpi martoriati; mentre l'Oca d'Oro è la ricompensa per i puri d'animo, per coloro che si redimono perché vanno oltre l'avidità, l'ego e la superficialità, i pochi che nell'uno vedono il tutto, nella singola creatura un popolo intero, e si salvano salvandolo.

Allora sì, entriamo in questo scenario globale e partecipiamo all'asta commerciale: tra buio e luci accecanti con suoni spettrali e ritmi ipnotici, NON facciamoci distrarre dalle insegne luminose, dove i lotti sono quei terreni, quei palcoscenici, quei mercati in cui la priorità è produrre per consumare per crepare. 

Resto così fulminata, come la donna nel video all'ingresso, viva e morta.



Ogni creatura è un popolo  

This is not a safe space. All’origine è il difetto: si dice che i fumi di una fornace di mattoni nella campagna marchigiana fossero tossici; si dice che questa tossicità abbia prodotto devianze, stranezze sessuali, stortura. Invece che essere scartati, proprio i mattoni della fornace vengono fatti transitare altrove, e diventano il lotto – di terra, di scena, di guerra – dove indagare il nostro rapporto con la tossicità. Che fare con l’eredità degli aguzzini? Che ne è delle vite negate ed estinte, dei segni aberranti e mostruosi?

Partendo da queste interrogazioni, “Ogni creatura è un popolo” diventa racconto dell’epoca impura, magazzino criminale di vecchie scorie spettacolari, confronto con la colpa dell’eredità e insieme riflessione sulla scena “occupata”, sul pezzo di terra che è sempre posto del re, sull’uso in guerra delle filosofie di liberazione – di ciò che credevamo ci avrebbe liberato, e che invece il pensare dopo Gaza ci costringe a rivedere da capo. Capsule del massacro, indagine sui meccanismi di produzione, asta aperta dove tutto è in vendita. Non una via fuga, ma una via attraverso l’impuro. There is no safe space.
BIO

Giorgiomaria Cornelio è nato a Macerata nel 1997. È poeta, scrittore, regista, performer e redattore di Nazione indiana. Ha co-diretto la “Trilogia dei viandanti”, presentata in numerosi festival cinematografici e spazi espositivi. Ha pubblicato “La consegna delle braci” (Luca Sossella editore, Premio Fondazione Primoli), “La specie storta” (Tlon edizioni, Premio Montano, Premio Gozzano) e “Fossili di rivolta” (Tlon Edizioni). Cura la direzione artistica del festival I fumi della fornace. È laureato al Trinity College di Dublino.

Danilo Maglio (Napoli, 1999) è regista, drammaturgo e attore, dottorando in Regia presso l’Accademia Nazionale d’Arte Drammatica Silvio d’Amico, associato al Teatro Stabile dell’Umbria. Dal 2016 al 2020 dirige la Compagnia Artistica Noir. Dal 2023 al 2025 è regista residente del festival I fumi della fornace con la trilogia “L’ufficio delle tenebre”. Firma numerose regie tra cui “Trittico”, “Gesù è secondogenito”, “Debutto di un grido” (finalista Biennale College Teatro 2025). Laureato con lode allo IUAV, vince il Premio Miglior Tesi 2024 – Teatro.

Giulia Pigliapoco (Macerata, 1997) è scrittrice, performer, disegnatrice e curatrice. Dal 2019 organizza la Festa della poesia – I fumi della fornace e cura la rassegna Incolta / Diffusa dedicata alle arti visive, performative e danza. È stata attrice delle trilogie teatrali “La specie storta” e “L’ufficio delle tenebre”. Dal 2024 è dramaturg del progetto “Dies Irae + Symphony” della coreografa Gloria Dorliguzzo e ha curato per lei le illustrazioni per “L’alfabeto delle carni”. Laureata in Magistrale in Teatro e Arti Performative all’Università IUAV di Venezia.