VOGLIAMO TUTT’ALTRO
Gabriele Germano Gaburro
Tout autre est tout autre, scrive Jacques Derrida nel suo libro Donare la Morte. La frase francese ha una duplice accezione. Tout autre si può tradurre in italiano sia con tutt’altro sia con ogni altro. La frase allora si sdoppia e diviene, allo stesso tempo: tutt’altro è tutt’altro e ogn’altro è tutt’altro. Ciascuno, ognuno di noi, è tutt’altro. Quella che alla prima appare una tautologia autoreferenziale, si rivela in realtà la formula dell’eterologia più radicale, il pensiero della tutt’alterità d’ogni essere vivente.
Vogliamo tutt'altro, da questo punto di vista, vuol dire vogliamo noi stessi: il desiderio più trasversale e vitale, il diritto meno garantito. Parafrasando Rimbaud: Nous est tout autre (Noi è tutt'altro). Noi vogliamo poter divenire il tutt'altro che siamo: lo status quo degli attuali poteri istituiti ci depriva di nientemeno che questo: noi stessi... ma noi, nondimeno, vogliamo tutt'altro e abbiamo tutta la forza per immaginarlo.
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